Rivoluzione rinnovabile (Windpunk)

E’ entusiasmante assistere a quello che sta accadendo in tutto il mondo, nel settore delle energie rinnovabili: progetti che partono e impianti eolici offshore che iniziano ad essere costruiti in tutto il mondo: dagli Usa all’Asia, passando dall’Europa con nuovi impianti, nuove scale, nuove potenze, nuove tecnologie. E stessa cosa sta accadendo nel solare fotovoltaico.

Il senso di quello che piano piano è avvenuto negli ultimi trent’anni e che negli ultimi dodici mesi ha avuto un’accelerazione notevole e, pare, ancora maggiore ne avrà. Quello che mi ha fatto venire in mente la Rivoluzione industriale, nella sua epoca.

Insomma, una vera e propria Rivoluzione rinnovabile, una rivoluzione industriale guidata dalle energie rinnovabili.

Provo a mettere un po’ di notizie in ordine, per tracciare il quadro complessivo.

2023, anno record

Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), le aggiunte di capacità rinnovabile globale sono destinate a salire di 107 gigawatt (GW), il più grande aumento assoluto mai registrato, fino a superare i 440 GW nel 2023. Di cui due terzi da energia solare. Complessivamente, si prevede che la capacità rinnovabile mondiale cumulativa raggiungerà oltre 4.500 GW (4,5 TW) alla fine del 2024, pari alla capacità energetica totale di Cina e Stati Uniti messi insieme (per dare la misura di quanto già in atto.

Il primo Terawatt di energia da eolico

L’industria eolica supererà entro il 2023 “l’incredibile traguardo” di 1 terawatt (TW) di capacità globale installata in tutto il mondo, ha riferito il Global Wind Energy Council (GWEC). L’associazione mondiale di settore ha stimato che la fonte eolica aggiungerebbe 680 GW alla fonte entro il 2027, un’espansione media di 136 GW all’anno. La società di consulenza Wood Mackenzie ha riferito ad aprile che, dopo aver raggiunto 1 TW di capacità installata nel 2023, il settore dovrebbe crescere allo stesso ritmo nei prossimi otto anni. Nel 2022 la fonte eolica ha aggiunto 78 GW di capacità installata, con la leadership dei mercati in Cina, Germania, Brasile, Svezia e Stati Uniti, chiudendo l’anno a 906 GW.

E secondo il pioniere dell’industria eolica, Henrik Stiesdal, nel 2050 la metà del fabbisogno energetico UE verrà soddisfatto dall’eolico offshore.

E le turbine, secondo gli esperti, avranno sempre maggiore potenza produttiva: al 2030, quelle onshore saranno di 9-11 MW; quelle offshore, di 19-22 MW.

Eolico offshore in tutto il mondo

Ormai, le notizie di nuovi impianti in progettazione, al via o di nuovo allaccio si susseguono di settimana in settimana: dai primi al largo degli Stati Uniti, il Vineyard Wind 1 (Massachusetts) e il South Fork Wind (New York); al più grande impianto al largo della Scozia, il Seagreen. Dallo storico accordo chiuso dal governo in Danimarca, per sviluppare fino a 14 GW, ai progetti nel Mediterraneo in Italia.

La filiera al massimo della capacità

Nel frattempo, la filiera produttiva sta andando a ritmi sostenuti, ai limiti delle proprie attuali capacità: gli ordini di turbine sono cresciuti di quasi un terzo, nel primo trimestre dell’anno: 27%, secondo la società di consulenza energetica Wood Mackenzie. E Windeurope, l’associazione europea del settore eolico, avverte che senza investimenti pubblici nelle filiere che finanzino nuova capacità produttiva, si rischierà il collo di bottiglia: con le industrie attualmente con capacità di fatto saturata, dalle navi di servizio ai cavi, dalle torri alle turbine.

L’Acceleratore norvegese di startup e le nuove tecnologie in itinere

E con frequenza alta, le notizie di nuove tecnologie nei settori eolico e solare varcano i nostri schermi. Illuminandoli con le loro storie e -soprattutto- con l’immaginazione di quello a cui arriveremo entro tempi relativamente brevi. Anche perché, sono (e saranno sempre più) le stesse condizioni del clima ad imporcele.

In Norvegia, è stato costruito il NOW Accelerator, sotto impulso di Norwegian Offshore Wind, il più grande ente rappresentativo dell’eolico offshore della Norvegia, che ora conta 375 membri. Insieme con il consorzio Blåvinge (Fred Olsen Seawind, Hafslund Eco, Ørsted), Equinor, Deep Wind Offshore, EDF Renewables, Corio Generation e Å Energi. L’obiettivo è quello di favorire la crescita di startup e scaleup nel settore dell’eolico offshore. La scena delle startup in Norvegia ha promosso innovazioni eoliche offshore per: tecnologia dei galleggianti, intelligenza artificiale e manutenzione predittiva, tecnologia dei droni, mappatura delle aree e altre innovazioni rivoluzionarie.

E sempre nell’area geografica scandinava, patria storica e indiscussa del settore eolico, Vestas e Ørsted hanno stretto una partnership per utilizzare torri e pale in acciaio a basso tenore di carbonio, realizzate con materiali ottenuti attraverso il processo di riciclaggio di nuova concezione, in tutti i suoi futuri parchi eolici offshore che saranno caratterizzati da turbine eoliche Vestas. Il progetto CETEC, Circular Economy for Thermosets Epoxy Composites è co-finanziato dall’Innovation Fund Denmark (IFD), guidato da Vestas e coinvolge grandi nomi industriali ed accademici tra cui Olin, il principale produttore mondiale di resina epossidica, il Danish Technological Institute (DTI) e l’Università di Aarhus.

Ma sono davvero tante le tecnologie e moltissimi i nuovi progetti di cui stiamo avendo notizia e, con Via col Vento, stiamo cercando di informarvi: il battello senza equipaggio USV di Ørsted per le ricerche meteomarine offshore, il solare offshore Bolette di Fred Olsen; sistemi di intelligenza artificiale che fanno coesistere uccelli e parchi eolici, l’eolico galleggiante offshore FLOW; il progetto fotovoltaico galleggiante NaturSea-PV, finanziato dall’UE. E ancora, parchi integrati con eolico solare ed energia da moto ondoso.

Rivoluzione rinnovabile

Insomma, davvero il mondo industriale e tecnologico dei settori rinnovabili sono in gran fermento in tutto il pianeta. Con le migliori menti che stanno facendo da fucina di idee per migliorare, inventare, rendere commerciabili o potenziare tutto ciò che servirà ad alimentare le energie di cui avremo bisogno con tecnologie pulite e che ci permetteranno di curare la nostra Terra, che oggi appare sempre più malata, più calda, con maggiore febbre.

Solo il governo italiano sembra non voler rendersene conto, aiutato dai suoi alleati europei di cui è contemporaneamente stimolo: viaggia a tutto gas, ma contromano.

Ma siamo fiduciosi che, per forza di cose, anche l’Italia dovrà piegarsi alle necessità e alle tendenze. Anche perché fuori dal Palazzo, per fortuna, la consapevolezza è assai maggiore. Ed economia e società si stanno già muovendo da tempo: presso Terna c’erano a fine marzo oltre 316 GW complessivi di richieste di connessione alla rete, nelle diverse fasi del processo, da solare ed eolico.

La nuova rivoluzione industriale è alle porte, è già qui: la Rivoluzione Rinnovabile.

E il vento ne sarà parte sempre più importante negli anni a venire. Noi saremo qui, a raccontarvela giorno per giorno, questa realtà windpunk, come ci piace chiamarla.

Immagine: Jeremy West

Via col Vento

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