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UE, il Parlamento valuta di respingere la nomina Hoekstra a Commissario per il clima

A fine agosto la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyenha annunciato che avrebbe proposto il politico olandese Wopke Hoekstra come nuovo commissario per il clima in sostituzione del dimissionario Frans Timmermans, candidato alle elezioni parlamentari che si terranno a novembre nei Paesi Bassi. Il nome di Hoekstra era stato proposto dal governo olandese uscente. L’appoggio della Commissione era un passaggio fondamentale.

Hoekstra 47 anni, è il ministro degli Esteri uscente del governo olandese, leader di Appello Cristiano Democratico, uno dei principali partiti di centrodestra nei Paesi Bassi. Finora però non si è mai occupato di clima o sostenibilità, cioè il settore in cui dovrà lavorare dalle prossime settimane fino alla fine della legislatura europea (estate 2024).

Questa nomina da parte della presidente von der Leyen, nonostante una sua Lettera di Missione indirizzata allo stesso commissario designato, circa la prosecuzione delle attività e dell’ambizione legate all’azione climatica UE, ha causato reazioni, malumori e contrarietà in soggetti istituzionali e non, a causa del passato di Hoekstra prima come lavoratore di Shell, poi di McKinsey (nota fra le altre cose per collaborare con molte delle multinazionali che producono più emissioni inquinanti al mondo). Inoltre viene dal gruppo PPE, che negli ultimi mesi si è distinto all’Europarlamento per l’opposizione a molti degli ultimi provvedimenti e delle misure relativi al Green Deal.

Udienza di conferma in Commissione Ambiente

Molti deputati della sinistra, dei liberali e dei verdi non sono soddisfatti. Hoekstra sarà presto interrogato dagli eurodeputati della commissione ambiente del Parlamento europeo, durante l’udienza di conferma per diventare commissario europeo per il clima, molto probabilmente durante la settimana del 9 ottobre.

Pascal Canfin, il presidente della commissione per l’ambiente, che condurrà l’udienza di conferma di Hoekstra, ha suggerito a Energy Monitor che potrebbero esserci problemi in futuro. “Perché dovremmo sostenere un commissario per il clima del PPE se il PPE non è più d’accordo con il Green Deal?” si è chiesto l’eurodeputato francese del gruppo Liberal Renew Europe di Emmanuel Macron. “Dovrà dimostrare di essere l’uomo giusto per continuare a mantenere l’alto livello di ambizione di questa [commissione]. La conferma del signor Hoekstra quindi non è cosa fatta in quanto necessita di essere confermato da una maggioranza di due terzi dei coordinatori della commissione ambiente.

Questa opinione è stata espressa anche dal gruppo di eurodeputati di centrosinistra S&D, che a fine agosto ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava che la nomina doveva essere vista “sullo sfondo delle recenti manovre ciniche e populiste del PPE conservatore per annacquare il Green Deal.” e che “è fondamentale per il nostro gruppo che il portafoglio sul clima rimanga nelle mani della famiglia dei Socialisti e Democratici”. L’eurodeputato Mohammed Chahim, vicepresidente del gruppo S&D e membro del partito laburista olandese di Timmermans, ha affermato che la nomina di Hoekstra “squilibrerebbe” la Commissione e potrebbe bloccare il lavoro sul cambiamento climatico da parte dell’esecutivo dell’UE.

In qualità di commissario europeo per il clima, Hoekstra sarebbe anche incaricato di trasmettere il messaggio dell’UE al vertice sul clima COP28 di Dubai e di partecipare ai negoziati che lo precedono. Prima di quel vertice, la Commissione deve decidere se proporre un obiettivo climatico per il 2040 tra gli obiettivi esistenti per il 2030 e il 2050. Il fatto che tale proposta venga avanzata o meno potrebbe fare una grande differenza per l’ambizione globale alla COP28. Alla fine, la decisione sarà di von der Leyen, non di Hoekstra, ma senza che Timmermans la spinga a farlo, le probabilità che l’obiettivo veda la luce potrebbero diminuire.

Fonti: Energy Monitor, Commissione Europea, Il Post

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