Bencini, ICN: COP28 potrebbe portare importanti risultati di finanza climatica

Jacopo Bencini, esperto in diplomazia del clima, membro di Italian Climate Network nella sezione Clima & Advocacy. Policy Advisor e contact point per l’Italia di UNFCCC, la Convenzione Quadro dell’Onu sul cambiamento climatico

A circa due mesi e mezzo dall’inizio della COP28 di Dubai, con Bencini abbiamo parlato a InterVento di COP e di negoziati internazionali sul clima. Di Accordo di Parigi e Loss&Damage, di finanza climatica. E anche della prossima enciclica di Papa Francesco, seguito della Laudato Si’, che dovrebbe focalizzare su ambiente e clima.

Le Conferenze delle Parti (COP)

Le COP sul clima delle Nazioni Unite sono le Conferenze delle Parti “, spiega l’esperto di ICN, “chi sono le Parti? I Paesi, gli Stati, i governi che hanno aderito alla Convenzione per difendere il clima, il pianeta dai cambiamenti climatici nel 1992 a Rio. Oggi sono praticamente tutti i Paesi del mondo.” Addirittura, aggiunge Bencini, “abbiamo 196 aderenti contro 193 Paesi ufficiali dell’Onu: ci sono delle isole della Nuova Zelanda che negoziano autonomamente, c’è l’Unione Europea che negozia autonomamente quando si parla di clima. Ci sono Stati osservatori, come la Santa Sede che ha aderito all’Accordo di Parigi“.

Il contact point dell’UNFCC evidenzia come “alle COP, ogni delegazione nazionale arriva con i propri interessi interessi, con la propria visione, il proprio portato culturale e durante quelle due settimane dell’anno – in realtà ci sono i negoziati intermedi, le preCOP, si negozia durante tutto l’anno – si cerca di portare avanti il processo per limitare la crescita della temperatura media globale a fine secolo entro 2 gradi al massimo“.

Chi compone le delegazioni, chi va alle COP? Jacopo Bencini evidenzia come “vanno i delegati dei Paesi: delegati ministeriali, per il 90% sono i tecnici dei ministeri. I grandi leader del mondo vanno a parlare ma sono i tecnici che vanno a negoziare, giorno e notte portano avanti le negoziazioni. Cercando di portare avanti l’accordo, negoziando rigo per rigo“.

La finanza climatica da Glasgow a Dubai

Bencini, a proposito della chiusura della COP26 di Glasgow che fu caratterizzata del cambio nel testo finale da parte del delegato indiano da “phase out” a “phase down” del carbone, ricorda come “gli indiani hanno rappresentato i Paesi del Global South, chiedendo quella modifica perché dall’altro lato mancava qualsiasi tipo di impegno realistico dei Paesi del Global North e degli inquinatori storici, in termini di finanza per il clima e quindi di sostegno alla transizione di questi Paesi”.

L’esperto di ICN, inoltre, ricorda che è dal 2009, dalla COP di Copenhagen, che si parla di fondi finanziari annuali di 100 miliardi come obiettivo minimo per questi Paesi più fragili, ma che non sono mai stati raggiunti e i cui obiettivi continuano a modificarsi ma senza risultati concreti: le ultime stime delle Nazioni Unite dicono che “servirebbero 3-4.000 miliardi, non più 100 per soddisfare quei bisogni. A Glasgow nel 2021, nel gioco di una sola parola che però cambia completamente il quadro, si crea una frattura dalla quale emerge una fortissima lotta politica. Che ci accompagna verso i negoziati intermedi della Germania dello scorso anno, la COP27 dove non c’era all’ordine del giorno il tema delle perdite e dei danni e di chi ripaga perdite e danni.

Bencini sottolinea come questo può essere considerato il terzo pilastro dell’Accordo di Parigi: “mitigazione, ridurre le emissioni; adattamento, spendere per adattarsi al mondo che cambia e proteggersi dagli impatti dei cambiamenti climatici; nei Paesi più fragili, chi mette i soldi per fare tutto questo, una volta che i danni sono già arrivati e le perdite sono state già subite”. Nell’ultimo anno e mezzo, aggiunge, c’è stato un ricompattamento di queste posizioni attorno a India e Cina, che rappresentano un po’ i Paesi del Sud Globale, con le richieste verso quelli del Nord Globale. In mezzo ci sono i Paesi del Golfo.

Cosa aspettarsi da COP28?

A tal riguardo, il policy advisor ritiene che non è detto che i risultati di COP28 saranno negativi “perché la COP porta prestigio e i risultati della COP portano prestigio per il Paese che la ospita. E fare passi avanti sul clima è un segnale positivo per i governi. Non bisogna stupirsi se dalla COP di Dubai potrebbero venir fuori risultati importantissimi, per esempio, nel campo delle rinnovabili. Nessuno vuole puntare all’immobilismo, non è mai un risultato politico. Al Jaber (il presidente di COP28, ndr) ha dichiarato, per le soluzioni sul clima, che sarà mobilitato un quantitativo mai visto di finanza privata verso nuovi investimenti in solidarietà finanziaria dal Nord al Sud.

Bencini aggiunge che “lo stesso Al Jaber ha annunciato all’Africa Climate Summit a Nairobi, annunciando un piano di mobilitazione finanziaria stimolato dagli stessi Emirati Arabi, di 4.5 miliardi di dollari. In questo senso stanno cercando politicamente di fare bella figura.

Non mi stupirebbe se a COP28 venissero tralasciati gli aspetti di mitigazione in senso puro delle emissioni, ma ne uscissimo con investimenti importanti di miliardi di dollari nelle rinnovabili o in questi trasferimenti Nord/Sud. E con il lancio operativo del Loss and Damage, dopo il lavoro della Commissione di Transizione che ha lavorato ininterrottamente da Sharm El Sheikh (COP27 2022, ndr) in poi“.

Dopo la Laudato Si’, una nuova enciclica sul clima?

Nel sistema delle Nazioni Unite, “la Santa Sede“, afferma Jacopo Bencini “potrebbe contare zero. Ma è evidente che esprime una leadership morale enorme, per il numero di fedeli nel mondo che ascoltano, leggono, ricevono il messaggio del Papa. La Laudato Sì, che ha sconvolto in positivo il movimento del clima, portando i fedeli cattolici dentro il ragionamento, è uscita nel 2015: lo stesso anno dell’adozione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG, ndr). Non è un caso che sia in uscita una nuova enciclica, a qualche settimana dal SDG Summit di New York, perché siamo al giro di boa: siamo a 7 anni dal lancio degli Obiettivi e dell’enciclica, mancano 7 anni al 2030“.

In questi anni, dalla Laudato Si’”, prosegue, “sono nati migliaia e migliaia di gruppi locali di attivismo. Abbiamo visto un rinnovato e crescente, positivo attivismo di tante realtà confessionali anche nel mondo del clima, che camminano accanto a Ong storiche e al mondo della scienza per portare avanti questo messaggio. Certamente il potenziale di diffusione è oggettivamente enorme“. D’altro canto, sottolinea l’esperto, il tema non è più una novità, “mentre lo era -eccome!- nel 2015, prima di Greta Thumberg, prima della nascita di tutti i movimenti, dei Fridays e di chi li ha succeduti. Sicuramente una voce così importante, una leadership carismatica così importante, può avere un effetto nei negoziati quanto meno anche solo ad aprire una disponibilità al dialogo su alcuni temi“. Anche se, conclude, ad usare quel linguaggio “si tratta di Paesi per la maggior parte collegati al Sud del mondo. L’enciclica, probabilmente, avrà un impatto in termine di politiche più da Città del Messico in giù, che da Lisbona a Tallinn“.

Il nuovo Inviato italiano per il clima

Il precedente inviato per il clima, Modiano, afferma Bencini “portava una expertise di tipo diplomatico e lo abbiamo visto bene nell’immediato suo adattamento nel contesto negoziale e nella comprensione immediata delle dinamiche negoziali, pur non essendo stato il clima il suo tema centrale nella sua carriera. E questo dava anche una forza importante alla delegazione italiana, nei giorni in cui il Ministro (Pichetto Fratin, ndr) non era presente; cosa che non ha rappresentato affatto un problema, visto che la delegazione italiana – e lo abbiamo sempre detto come Rete – è composta più o meno dalle stesse persone da una quindicina d’anni, estremamente esperte nel come navigare i negoziati e come portare avanti l’idea italiana. Non conosciamo, non abbiamo avuto l’occasione di conoscere il professor Corvaro, non vediamo l’ora: siamo curiosissimi di conoscerlo a COP28 se non prima“.

Buona visione e buon ascolto, con l’intervista integrale.

Via col Vento

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