Presentato lo Studio Strategico della Community Floating Offshore Wind, un’iniziativa di The European House – Ambrosetti in collaborazione con Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia
Lo Studio, le cui conclusioni erano state già accennate in sintesi in una anticipazione dello scorso autunno a Cernobbio, evidenzia 10 punti di forza dell’eolico offshore galleggiante -evidenzia una nota – che offrono una chiave di lettura nuova rispetto a 10 convinzioni errate sul tema.
Il nostro Paese, afferma la Comunità italiana dell’eolico offshore galleggiante, è il luogo ideale per ospitare e produrre energia verde attraverso turbine galleggianti contribuendo in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, con potenzialità da terzo mercato mondiale (secondo il Global Wind Energy Council) e un contributo del 60% all’intero fabbisogno. ”L’Italia potrebbe ambire ad una posizione di leadership industriale, grazie a una già affermata filiera industriale nei settori della siderurgia e della navalmeccanica. Inoltre, l’offshore galleggiante, per efficienza e minimizzazione dell’impatto ambientale, potrebbe avere ricadute molto positive sul territorio, contribuire all’economia e all’occupazione, creando valore per le comunità ospitanti, anche mediante compensazioni di lungo termine.”
Eolico offshore galleggiante, tecnologia necessaria
La Community Floating Offshore Wind, dichiarano i membri dell’iniziativa, nasce con la forte convinzione che il contributo sinergico e complementare di tutte le tecnologie pulite disponibili debba essere sfruttato per accelerare il processo di decarbonizzazione e raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica. Infatti, si prevede al 2050 che la produzione di energia elettrica in Italia crescerà a oltre il doppio rispetto a quella attuale (600-700 TWh vs. 276 nel 2022), con le rinnovabili che contribuiranno tra il 95% e il 100% alla generazione elettrica totale. L’eolico sarà fondamentale: rappresenterà fino al 23% dell’elettricità totale generata (dal 7% del 2022), di cui fino al 10% proveniente dall’offshore rendendo necessaria l’installazione di almeno 20GW di eolico galleggiante entro il 2050.
Una convinzione erronea diffusa che riguarda la mancata adattabilità dell’eolico offshore galleggiante al contesto del Mare Mediterraneo è stata smentita dagli studi della Community, da cui emerge che questa tecnologia è la soluzione più idonea per aumentare la capacità delle energie rinnovabili, garantendo un impatto ambientale medio fino al 67% inferiore rispetto a quello dell’energia elettrica attualmente prelevata dalla rete italiana, per la possibilità di produrre energia in modo meno invasivo per il territorio. Non presentando una superficie interrata, le turbine galleggianti risultano, infatti, meno impattanti sui fondali rispetto alle controparti a fondo fisso, con minori conseguenze sugli habitat marini, oltre a essere quasi invisibili all’orizzonte grazie al loro posizionamento distante dalla costa.
Supply chain nazionale e creazione di valore nei territori locali
Contrariamente all’errata prospettiva secondo cui lo sviluppo delle fonti rinnovabili difficilmente genera valore nei territori locali, l’eolico offshore galleggiante potrà avere notevoli impatti positivi sulle comunità locali italiane, soprattutto nelle regioni del Sud. La creazione di una filiera nazionale per questa tecnologia – che implicherebbe fabbricazione, assemblaggio, varo integrazione, oltre a progettazione e manutenzione – potrebbe generare un valore aggiunto cumulato tra il 2030 e il 2050 pari a 57 Mld€, con l’attivazione di filiere sul territorio nazionale e conseguenti ricadute occupazionali: nell’ipotesi di realizzare 20 GW al 2050, si potrebbero generare circa 27 mila nuovi occupati in Italia al 2050.
Un’altra convinzione che merita di essere riconsiderata, secondo lo Studio, riguarda l’immaturità della catena di fornitura italiana nel supportare target ambiziosi di eolico offshore galleggiante al 2030 e al 2040. Nella realtà dei fatti, il nostro Paese vanta una leadership in diversi settori collegati alla produzione di tecnologie necessarie allo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante, in particolar modo il comparto metallurgico, navalmeccanico e delle infrastrutture portuali, che già oggi attivano complessivamente un totale di 255,6 miliardi di euro e 1,3 milioni di occupati nel Paese.

Proposte per lo sviluppo in Italia
La Community Floating Offshore Wind ha messo in luce alcune questioni aperte da affrontare per permettere lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia.
Anzitutto, per garantire investimenti significativi nel settore è essenziale definire una chiara visione industriale a lungo termine, con un obiettivo di almeno 20 GW entro il 2050 che funga da stimolo per le aziende nazionali e attragga investimenti esteri. Sarà importante, a tal fine, stabilire obiettivi intermedi per il 2035 e il 2040, insieme a una pianificazione trasparente e a lungo termine delle aste per finanziare i progetti.
In tal senso è, inoltre, cruciale accelerare l’attuazione dei piani di gestione dello spazio marittimo (PSM), per il quale l’Italia è in procedura di infrazione UE, per non aver ancora presentato il piano dovuto. Nel breve termine, si propone un meccanismo decentralizzato per identificare rapidamente siti idonei allo sviluppo di progetti eolici offshore, coinvolgendo gli sviluppatori e facilitando la partecipazione di più stakeholder per un rapido sviluppo. Nel frattempo, l’attuazione del PSM dovrebbe procedere con un approccio centralizzato, potenziando il coinvolgimento delle parti interessate. Approcci di questo tipo sono già stati applicati con successo in altre nazioni quali l’Irlanda.
Per garantire l’accettazione dei parchi eolici offshore galleggianti da parte degli stakeholder, delle comunità e delle Istituzioni locali, è essenziale adottare un approccio concertativo. Ciò implica il coinvolgimento dei territori e degli operatori economici sin dalle prime fasi, anche durante la progettazione, per potenziare il dibattito pubblico e includere le regioni nel processo autorizzativo, sviluppando una “carta di compensazione” per misure di lungo termine. Inoltre, è necessario rafforzare i criteri delle aste per garantire un impegno verso la localizzazione delle catene di approvvigionamento industriali dell’eolico offshore galleggiante in Italia.
Alla luce degli importanti benefici industriali che lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante è in grado di generare, è essenziale creare un quadro chiaro di incentivi economici in grado di accelerare gli investimenti e stimolare la filiera industriale nazionale. La pubblicazione del Decreto FER 2, che sostiene la produzione di energia da fonti rinnovabili innovative, è un elemento chiave. L’aggiornamento costante delle tariffe d’asta con l’inflazione e le sovvenzioni capex per infrastrutture cruciali sono altrettanto indispensabili per garantire la competitività dei progetti nazionali e contribuire a generare ricadute occupazionali nel nostro Paese.
È infine essenziale potenziare il ruolo di Terna nell’implementazione di un piano di sviluppo infrastrutturale di rete per accelerare i progetti eolici offshore galleggianti, favorendo un costante dialogo tra Terna e gli operatori del settore eolico offshore, per gestire le numerose domande e integrare i sistemi di richieste di connessione e Valutazione di Impatto Ambientale.
Parola ai protagonisti
Per Toni Volpe, CEO di Renantis, “il Rapporto Strategico presentato oggi dalla Community ha il merito di evidenziare chiaramente quanto la tecnologia dell’eolico marino galleggiante sia fondamentale non solo per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione, ma anche, e direi soprattutto, in vista dell’obiettivo di rendere il Paese indipendente a livello energetico. Le sfide che abbiamo dinanzi a noi richiedono un approccio sistemico e una visione la cui parola d’ordine non può che essere una: senza tutte le varie forme di energie rinnovabili non si andrà da nessuna parte. In tale ottica lo studio della Community evidenzia l’enorme potenziale dell’eolico marino galleggiante, i cui benefici vanno ben oltre l’ambito energetico in senso stretto, presentandosi come un’opportunità di sviluppo industriale e crescita economica. Renantis insieme con BlueFloat Energy sta sviluppando in Italia 6 parchi eolici marini galleggianti, per un investimento complessivo di 18 miliardi di euro e una capacità installata di 5.500 MW. Abbiamo già investito svariati milioni di euro, a dimostrazione del fatto che crediamo nelle potenzialità del Paese. Tutto questo però non basta. Gli investitori hanno bisogno di regole chiare e affidabili, di iter autorizzativi snelli e di tempi certi. Sotto questo profilo ribadiamo con forza che è urgente che venga varato il decreto FER2, prevedendo l’indicizzazione almeno all’inflazione delle tariffe d’asta, come per altro già avviene in altri paesi europei, e nel nostro per l’eolico onshore”.
Secondo Carlos Martin Rivals, CEO di BlueFloat Energy, “l’eolico offshore galleggiante è la tecnologia maggiormente in grado di garantire la sicurezza energetica dell’Italia, fornendo soluzioni per la decarbonizzazione su larga scala e contribuendo alla crescita economica del Paese. Il bacino del Mediterraneo è pronto per diventare hub per lo sviluppo commerciale dell’eolico offshore galleggiante, con Francia, Spagna, Italia e Grecia che stanno lavorando per sbloccare il potenziale di questa tecnologia e l’Italia che occupa una posizione strategica per sfruttarne tutte le potenzialità. In qualità di sviluppatore e leader sul mercato nella tecnologia galleggiante”. “BlueFloat Energy – ha aggiunto – ha lavorato duramente negli ultimi tre anni, in partnership con Renantis, per contribuire allo sviluppo di questa tecnologia in Italia e continuerà a sfruttare la sua esperienza a livello globale per garantire che l’Italia possa beneficiare appieno dei progressi tecnologici in questo settore in così rapida evoluzione”.
Fonte: The European House Ambrosetti (TEHA)
Grafici: Studio Strategico della Community Floating Offshore Wind - elaborazione TEHA su dati Terna e Aurora Research






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