Climate Action Network (CAN) Europe ha pubblicato un’analisi dettagliata sul Pacchetto Reti europeo proposto dalla Commissione UE, definendolo “un passo molto necessario” per accelerare la transizione verso una rete elettrica rinnovabile e resiliente, ma evidenziando rischi significativi di arretramento ambientale e dipendenza dal gas fossile.
Punti positivi
Secondo Tom Lewis, esperto di politica energetica di CAN Europe, il pacchetto rafforza la pianificazione a livello UE, introducendo uno scenario centrale coordinato dalla Commissione e meccanismi per colmare lacune infrastrutturali. Priorità viene data all’ottimizzazione delle reti esistenti tramite tecnologie intelligenti, potenziamento e principio “prima efficienza energetica”, per ridurre congestioni e integrare rapidamente rinnovabili, pompe di calore e industria elettrificata.
Positivo anche il rafforzamento della partecipazione pubblica: per progetti rinnovabili sopra i 10 MW è previsto obbligo di ridistribuzione benefici alle comunità locali, mentre facilitatori indipendenti dovranno dialogare precocemente con i cittadini per evitare contenziosi e ritardi. Entro il primo trimestre 2026 arriverà una “cassetta degli attrezzi” per condividere buone pratiche.
L’iniziativa “Energy Highways” mira ad accelerare otto corridoi infrastrutturali transfrontalieri prioritari, con supporto politico e finanziario potenziato per superare colli di bottiglia, come nel caso della Penisola Iberica (Spagna al 3,6% di interconnessione).
Gravi criticità
Tuttavia, CAN Europe denuncia gravi criticità. La proposta di modificare la Direttiva Rinnovabili (RED III) rischia di indebolire le valutazioni ambientali, estendendo approvazioni tacite anche fuori dalle aree di accelerazione rinnovabili. Questo, avverte l’ong, potrebbe aumentare opposizione pubblica, sfide legali e paradossalmente rallentare il dispiegamento delle rinnovabili, in un momento in cui quasi tutti gli Stati membri faticano a trasporre la direttiva.
Ancora più preoccupante l’inclusione, tra le Energy Highways, del Trans-Balkan Pipeline in modalità reverse flow. Esther Bollendorff, esperta senior sul gas, lo definisce una “back door” per importare massicci volumi di GNL statunitense attraverso la Grecia, stoccati in Ucraina e distribuiti in Europa centrale e orientale. Una contraddizione evidente con gli obiettivi di sicurezza energetica e phase-out dal gas russo entro il 2027.
In sintesi, per CAN Europe il pacchetto offre opportunità storiche per un sistema elettrico europeo efficiente e democratico, ma solo se l’accelerazione infrastrutturale andrà di pari passo con solide tutele ambientali e un netto rifiuto di nuovi lock-in fossili.






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