Stati Generali dell’azione per il clima: trovare forza per muovere la politica

Clara Pogliani, storica dell’arte e attivista, è portavoce del collettivo Ci sarà un bel clima; Giovanni Ludovico Montagnani, dottorato in elettronica nucleare e attivista.

Nell’InterVento, con loro abbiamo parlato di come sono nati, di quali ragioni e quali obiettivi si pongono gli Stati Generali dell’azione per il clima: una chiamata a raccolta di tutti i soggetti che, In Italia, si occupano di ambiente e clima a vario titolo e in varie forme.

La portavoce, Pogliani, ci spiega del tentativo “di riattivare il movimento climatico nella sua dimensione collettiva” e “di provare a fare una proposta alla politica. Da qui la nostra proposta di attivare gli Stati Generali dell’azione per il clima, anche nella scelta del nome: ne abbiamo scelto uno che evoca una compagine allargata, per riappropriarci di questa dimensione politica e di forza che può muovere la politica“.

Realtà allargata e inclusiva per avere forza

Per Montagnani “la responsabilità è molto grande” e bisognerà “tenere alto il livello di quello che sarà fatto nei prossimi passi e dovremo farli molto bene“. Sull’assenza di alcune sigle storiche dell’ecologismo italiano all’avvio degli Stati Generali (WWF, Legambiente e Greenpeace), l’auspicio del Collettivo è quello che “questi grandi soggetti si uniscano al processo quanto prima, perché avere il peso storico di tutto questo è importante e di grande valore, ma andremmo avanti anche se non ci fossero. L’energia che c’era è tanta e quindi non si può pensare di mettere in dubbio quello che è nato nell’aspettare le risposte dei grandi”, ma che si farà di tutto “per fare in modo che partecipino”. Sul tavolo saranno messi “tutti i temi possibili“. Sottolineando che “abbiamo bisogno di creare una realtà più allargata e più inclusiva per guadagnare forza“, anche politica.

Certo è che, come sempre, chi è assente ha sempre torto.

Chiarirci cosa proporre e cosa chiedere alla politica

Sui prossimi appuntamenti elettorali del 2024 (amministrative ed europee, in particolare), relativamente al processo avviato in Val d’Ossola, Clara Pogliani sottolinea che “i due percorsi si incontrano. La chiamata è stata fatta per creare uno spazio di incontro e convergenza, perché gli Stati Generali del clima nascono innanzitutto per lavorare su un documento condiviso che sia una proposta politica che l’ambientalismo italiano fa ai propri decisori politici“. La crisi climatica è una questione molto complessa e, come tale, riguarda “tutti gli aspetti e le sfere dell’esistenza, come essere umani e come cittadini: la questione energetica ma non solo, quella sociale, quella culturale, quella economica. Se come attivisti ambientali vogliamo avere una interlocuzione con la politica, innanzitutto dobbiamo chiarirci che cosa vogliamo: cosa vogliamo proporre e cosa vogliamo chiedere alla politica. Non possono essere tante, ampie e varie a seconda delle sensibilità e dei territori, perché in questo modo è veramente difficile interloquire”. Pertanto, l’obiettivo di questa chiamata è definire un documento che, per punti, possa trovare richieste comuni alla politica e cercare risposte comuni per le persone. Il rischio è quello che, nelle divisioni, prosperino “negazionismi e dilazionismi” di chi “non vuole o vuole rallentare la transizione“.

Umanità o individualismo

E, a proposito di messaggio compatto del fronte negazionista, come e cosa si risponde? Per Giovanni Montagnani “il fronte conservatore porta sempre la paura alle persone (ci portano via la casa, ci portano via la macchina), ed è un messaggio con “una presa profondamente più forte, rispetto a chi porta messaggi di speranza e di futuro per chi vuole il cambiamento“. Ma “la forza è nella consapevolezza che c’è in chi vuole guardare al cambiamento come unica necessità alla sopravvivenza umana sulla Terra; il negazionista invece mira solo a salvaguardare se stesso”.

Un appello chiave è, per Pogliani, “provare tutti insieme, come attivisti, anche nella costruzione del documento, sulle proposte rispetto a quello che funziona e quindi a far emergere tutti quegli aspetti che sono tangibili nell’attuare la transizione ecologica.” Occorre in questo momento “una enorme ‘messa a terra’ del nostro linguaggio, della nostra proposta e di quello che proponiamo”.

Buona visione e buon ascolto della nostra intervista:

Photo gallery degli Stati Generali

Foto: pdv, Gabriele Ruffato (foto 4 e 13), Sara Gollessi (foto 10)

Via col Vento

di energie rinnovabili, politiche climatiche e notizie