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Invece di attaccare le turbine dovremmo vederle per quello che sono: belle

Si dovrebbe imparare ad amare le energie rinnovabili onshore come parte di una lunga tradizione di strutture rurali robuste, pratiche

Crescendo in campagna, era una caratteristica delle gite con i miei genitori che i tralicci dell’elettricità venissero deplorati. Quindi conosco l’istinto di alcuni abitanti delle campagne di opporsi alle turbine eoliche, che come i tralicci sono grandi infrastrutture che forniscono energia, che ha portato David Cameron a inasprire le regole nel 2015 in un modo che ha portato a una riduzione del 97% dei numeri dei permessi di costruire concessi.

Sebbene l’attuale governo abbia appena annunciato un allentamento di queste regole, esse conferiscono ancora ampio potere agli obiettori. Ma chiederei ai contadini ancora inclini a bloccarle di vedere che in realtà sono belle. Sono più belle delle centrali elettriche, meno distruttive del fracking, certamente più belle delle inondazioni, degli incendi, della siccità e di altri effetti del cambiamento climatico. Arricchiscono la nazione con l’aiuto del suo vento abbondante e ci rendono meno dipendenti dai despoti dei combustibili fossili. Le turbine eoliche rientrano in una lunga tradizione rurale di strutture robuste e pratiche che comprende anche fienili, mulini, viadotti, canali e altre che sono diventati amati e protetti. Durante quegli stessi viaggi ero sempre felice di vedere un vecchio mulino a vento. Non dovrebbe essere troppo difficile amare i loro equivalenti moderni.

Fonte: The Observer, Rowan Moore critico di architettura

Foto: Ernie Janes/Alamy

Via col Vento

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