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Segantin: la crisi climatica ci impone di ragionare su tutti i livelli della conoscenza

Sara Segantin, scrittrice, giornalista televisiva e narratrice scientifica. Tra i fondatori di Fridays For Future Italia

A InterVento ci ha parlato di legame con la natura e attivismo climatico; di conseguenze del cambiamento climatico nei cicli dell’acqua; di Stati Generali dell’azione per il clima ed evoluzioni del Movimento per il clima italiano.

Difendiamo ciò che amiamo e amiamo ciò che conosciamo

L’approccio con la natura e con l’ambiente “è stato un approccio vissuto“, ci dice, “cresciuta sulle montagne del Trentino. Quell’orizzonte fisico, oltre che culturale, ha voluto dire tantissimo.” Segantin sottolinea che “difendiamo ciò che amiamo e amiamo ciò che conosciamo“. Ci parla dei “cinque sensi, che stiamo un po’ trascurando” a proposito per esempio dei boschi e del mondo naturale.

L’attivista afferma che “l’intersezionalità tra i diritti umani e le questioni climatico ambientali si fa vedere in tutta la sua forza“. Aggiungendo che “non c’è lotta alla crisi climatica che non passi anche per i diritti umani e le questioni sociali“.

Crisi climatica e livelli della conoscenza

La crisi climatica ci impone di ragionare su tutti i livelli della conoscenza“, afferma la divulgatrice, “del sapere e della cultura e di mettere in gioco tutte le discipline, per una sinergia costruttiva e produttiva.”

FFF Italia, una grande occasione

Sulla fondazione di Fridays for Future Italia, Segantin afferma che “è difficile parlare di fondazione, quando c’è un movimento così dinamico. E’ stata una grande occasione per unire tante isole che eravamo, tante persone che erano isolate”. Nessuno si aspettava una risposta così forte“, spiega Sara Segantin, “così travolgente, così disperatamente necessaria col bisogno di farsi sentire con una voce che parlava all’unisono di qualcosa di cui si parlava da così tanti anni, da più generazioni: non ce la siamo inventata noi“, la crisi climatica. “E ha unito“, aggiunge.

Cambiamento climatico e ciclo dell’acqua

L’acqua spesso è data per scontata, ma -afferma Segantin- “è sempre più difficile bere un bicchiere d’acqua, in certi contesti quasi impossibile. Causa migrazioni.” La narratrice trova “assurdo che io possa pensare di vivere più a lungo di un ghiacciaio, che nella mia vita possa vedere la fine di un ghiacciaio“. E’ un’immagine terribile, aggiunge, “non solo per la mia passione che è l’alpinismo, sempre più rischioso e pericoloso; ma per le riserve e risorse idriche, per il turismo. I fiumi, che o non esistono o diventano immensi”. L’acqua è sempre la stessa, sottolinea, ma è la distribuzione che è cambiata e la sua imprevedibilità “su un territorio caratterizzato da dissesto idrogeologico.” Il ciclo dell’acqua è alterato, non torniamo indietro ma dobbiamo trovare un nuovo equilibrio, la cementificazione non è una soluzione. “Bisogna concentrarci su mitigazione e adattamento” -sottolinea l’attivista – “Ma non solo sulle tecnologie, che pure sono importanti. Spesso le soluzioni basate sulla natura, sono quelle più efficaci ma anche quello meno considerate, perché creano pochi o minori profitti“.

Buona visione e buon ascolto, con l’intervista integrale.

Via col Vento

di energie rinnovabili, politiche climatiche e notizie