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Eolico offshore, Vestas preoccupata dalla lentezza dei politici UE

Il vicepresidente Dyrholm parteciperà domani a WindEurope2024, nella sessione ministeriale della giornata conclusiva, con a tema proprio l’offshore

Morten Dyrholm, vicepresidente corporate di Vestas per gli Affari pubblici (nonché Markeing, Comunicazioni e Sostenibilità) di Vestas, gigante globale del settore eolico, ha dichiarato che l’industria europea dell’eolico offshore è bloccata nella corsia lenta, con una politica macchinosa e non coordinata che attualmente si fa beffe delle grandiose ambizioni sottoscritte dai leader nazionali. Secondo il dirigente, il gruppo danese è sempre più preoccupato per l’apparente incapacità delle nazioni di portare avanti i passi pratici e dettagliati necessari per trasformare i propri obiettivi in realtà.

Dyrholm ha affermato che un esempio lampante è la sfilata di Primi Ministri e Presidenti al vertice dei nove Paesi sull’energia del Mare del Nord tenutosi l’anno scorso, che si è concluso con piani per mettere in acqua più di 100 GW di energia eolica ed è stato salutato come un momento di svolta dai politici. L’UE e i governi nazionali hanno tutti obiettivi ambiziosi tra il 2030 e la metà del decennio, ma l’esecutivo Vestas ha affermato che le azioni non sono all’altezza: “Idealmente, subito dopo aver fatto l’annuncio, questi Paesi avevano già dei team per lavorare a uno sforzo congiunto per armonizzare i sistemi d’asta, guardando alla disponibilità della rete, alla disponibilità dei porti, cercando di mettere insieme tutti questi pezzi. Questo non sta accadendo. Invece, ogni governo ha trovato il proprio modo di fare le cose, a volte con scarsi risultati, perché è ancora troppo concentrato a ottenere denaro dall’industria per le locazioni dei fondali marini e le concessioni e questo genere di cose“.

Frustrazione dell’industria eolica

Secondo Dyrholm, la continua ossessione in alcuni mercati per le cosiddette offerte negative, che finiscono per far pagare gli sviluppatori per le locazioni, oltre a strutture d’asta diverse e talvolta troppo complesse e alla lentezza del processo decisionale burocratico, stanno creando un vortice di costi aggiuntivi, incertezza e ritardi per un settore che ha bisogno di chiarezza e velocità. “Si sta arrivando a un punto frustrante per l’industria“, ha dichiarato Dyrholm, secondo cui senza una chiara visibilità dei progetti Vestas non può facilmente fare il tipo di investimenti importanti che i governi vogliono vedere in fabbriche e posti di lavoro. Esorto i responsabili politici a riunirsi e ad armonizzare queste strutture, assicurandosi che, ad esempio, nella pre-qualificazione si allineino su ciò che dovrebbe essere nel regime delle aste“.

Condivisione dei ricavi, al posto di pagamenti anticipati

Vestas vuole anche che i governi prendano in considerazione un qualche tipo di modello di condivisione dei ricavi, “in modo che invece di dover pagare in anticipo per iniziare, si incentivi la condivisione di una parte dei ricavi man mano che il progetto procede. Proviamo qualcosa di diverso, in modo da coinvolgere gli investitori e far partire i progetti“.

Pur lodando il Regno Unito per la rapidità con cui ha reagito all’asta fallimentare del 2023 per l’energia eolica offshore – “è il tipo di rapidità che vogliamo vedere” – e per i vantaggi generali del suo modello di contratto per differenza, Dyrholm ha detto che fatica a pensare a un regime di politica offshore che risponda in modo completo alla necessità di urgenza e coesione.

Negli ultimi anni l’eolico offshore ha assunto un’importanza sempre maggiore per Vestas, che si è assicurata una serie di ordini di fornitura confermati e preferiti per la sua macchina V236 da 15 MW, che è già in linea per importanti progetti al largo di Paesi Bassi, Germania, Polonia e Regno Unito.

Fonte: Recharge News

Foto: Jp

Via col Vento

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