La prossima generazione di interconnettori non sarà solo internazionale ma intercontinentale, con enormi implicazioni per l’energia rinnovabile
(segue)
Interconnettore Azerbaigjan-UE – 1.200 km
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la conseguente crisi energetica hanno completamente rimodellato il pensiero europeo sulla politica energetica. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea recentemente rieletta, ha affermato che un cavo di 1.200 km proposto sotto il Mar Caspio e il Mar Nero potrebbe aiutare l’Unione a “voltare le spalle” al gas russo, sostituendolo con l’energia verde proveniente dall’Azerbaijian.
Il collegamento proposto da 1 GW partirebbe dall’Azerbaijan, che si estende a cavallo tra Europa e Asia, attraverso Georgia, Romania e Ungheria. Parte dell’energia potrebbe anche essere deviata verso l‘Ucraina, i cui impianti di produzione di energia sono stati decimati dai missili russi.
Il Mar Nero è considerato una potenziale importante fonte futura di energia eolica offshore, con progetti in fase di studio al largo della Romania e della Turchia.
L’Azerbaijan è uno Stato petrolifero che per il proprio fabbisogno energetico fa affidamento quasi esclusivamente sui combustibili fossili, ma il prossimo paese ospitante della COP29 sta intensificando gli sforzi per potenziare la propria capacità di produzione di energie rinnovabili.
Interconnessione Grecia-Egitto – 1.000 km
Un altro paese nordafricano che progetta di esportare energia verde in Europa è l’Egitto. Questo piano di interconnessione prevede l’utilizzo di un cavo sottomarino lungo 1.000 km per collegare la Grecia con l’Egitto (le iniziali dei due Paesi danno al progetto il nome, ‘GREGY’). Il progetto è guidato dal gruppo greco Copelouzos e da Infinity Power, una joint venture tra Masdar e l’egiziana Infinity.
Copelouzos ha affermato che il collegamento trasporterà 3 GW di energia da un’enorme serie di 9,5 GW di fonti di energia rinnovabile che i partner del progetto costruiranno e gestiranno in Egitto.
L’energia inviata in Europa sarà equamente suddivisa tra l’uso domestico e industriale in Grecia, l’esportazione nei paesi limitrofi e l’uso in Grecia per produrre idrogeno verde da esportare nell’UE.
Analogamente al collegamento Azerbaigian-UE, l’interconnettore GREGY aiuterebbe l’UE a liberarsi dal gas russo e a raggiungere i suoi obiettivi di zero emissioni nette.
La Commissione europea descrive l’interconnettore come un “progetto faro”.
Interconnettore Arabia Saudita-India – lunghezza sconosciuta
Un collegamento energetico tra Arabia Saudita e India potrebbe rimodellare le relazioni tra i due paesi. L’India è da tempo un grande acquirente di petrolio e gas sauditi, ma un interconnettore trasformerebbe questa situazione in una partnership bidirezionale tra i due paesi. Un memorandum d’intesa firmato dai due Paesi lo scorso anno prevedeva la cooperazione per collegare le rispettive reti e, più in generale, una collaborazione sulle energie rinnovabili.
L’allora ministro dell’energia indiano, citato da Arab News, avrebbe affermato che l’interconnettore avrebbe rappresentato un “punto di svolta“, riducendo il costo dell’elettricità per l’intera regione.
In effetti, l’obiettivo generale di collegare le reti energetiche globali è stato forse espresso meglio dal Primo Ministro indiano, Narendra Modi. Il mega-piano di Modi mira, come primo passo, a collegare le reti elettriche di India, Medio Oriente e Sud-Est asiatico, prima di incorporare l’Africa e poi, infine, a raggiungere una vera armonia globale nell’energia verde, con
l’obiettivo di raggiungere l’incredibile cifra di 2.600 TW di interconnessione in tutto il mondo entro il 2050.
In definitiva, come ha detto Modi, l’obiettivo è realizzare “un solo sole, un solo mondo, una sola rete“.
Fonte: Recharge
Leggi qui, la prima parte.






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