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L’era di Franklin Delano Roosevelt giunge al termine

E quindi dovremo costruire la prossima cosa nuova sotto il sole

Sono triste, ovviamente.

Avevo sperato, quasi più di quanto mi fossi lasciato andare a pensare, che l’America stesse per eleggere una donna nera intelligente presidente degli Stati Uniti, spingendoci più avanti lungo il percorso che abbiamo seguito con esitazione per tutta la mia vita. Invece, consapevolmente, abbiamo eletto qualcuno che ha rappresentato i peggiori impulsi della nostra storia. Penso che i prossimi quattro anni, e forse anche di più, saranno molto duri su molti fronti. Uno è la preoccupazione su clima ed energia, dove possiamo aspettarci che l’industria petrolifera abbia carta bianca.

Ma in realtà penso che il messaggio e il momento siano molto più profondi di così. Ciò che è successo ieri sera è che il cordone che si estendeva fino a Franklin D.Roosevelt si è spezzato. Era stato gravemente sfilacciato, soprattutto negli anni di Reagan, ma la Depressione e la Seconda guerra mondiale erano stati eventi così profondi e determinanti che la formula che ci ha fatto superare quelle fasi, una sorta di solidarietà in patria e all’estero, ha più o meno retto. Non più.

Quel che c’è in ballo e le assurde promesse

Tutto è in palio ora, compresi i programmi di diritti di base che hanno definito il New Deal. (Se non avete letto Project 2025, questo sarebbe un buon giorno per iniziare). In termini di politica estera è tutto molto più complicato, e lo è stato dal Vietnam a Gaza, ma oggi è un brutto giorno per essere ucraini, taiwanesi o palestinesi in Cisgiordania. Le cose possono peggiorare? Penso di sì, e penso che lo scopriremo, qui e in tutto il mondo. Ma non penso nemmeno che durerà, perché le promesse su cui si basa questo nuovo ordine MAGA (Make America great again, ndr) sono per lo più assurde.

E credo anche che stamattina sia sorto il sole: c’era un cielo plumbeo sulle Green Mountains del Vermont quando sono uscito a portare a spasso il cane, ma riuscivo a percepire il sole dietro di esso.

Un New Deal energetico

E in quell’alba c’è per me l’indizio di dove arriverà la prossima grande cosa di riallineamento delle dimensioni del New Deal. La riorganizzazione del nostro sistema energetico, per far fronte al cambiamento climatico e per riflettere il fatto inconfutabile che viviamo su una terra in cui il modo più economico per produrre energia è puntare una lastra di vetro verso il sole, potrebbe offrire, se siamo intelligenti e di buon cuore, una nuova base su cui rifare il mondo.

Più locale, più pacifico, meno controllabile da oligarchi e plutocrati. Non so se ce la faremo, i venti contrari sono più forti di ieri, ma so che possiamo provarci. E so che solo questo progetto è abbastanza grande in scala da darci una vera possibilità di un nuovo inizio.

È su questo che questa comunità continuerà a concentrarsi e sono felice che tu ne faccia parte.

di Bill McKibben

Foto: The Crucial Years – Americani piangono la notizia della morte di Franklin Delano Roosevelt nel 1945

Via col Vento

di energie rinnovabili, politiche climatiche e notizie