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Al Summit WFO, le buone pratiche per la diffusione mondiale dell’eolico offshore

Si è tenuta la settimana scorsa a Barcellona la due giorni del World Forum Offshore Wind, dal tema “Advancing Offshore Wind Worldwide(Promozione dell’eolico offshore in tutto il mondo). Via col Vento, presente e accreditato, vi racconta come è andata (prima parte)

Con oltre 200 partecipanti e oltre 40 oratori, da oltre 30 diversi Paesi da tutto il mondo, si è tenuto il secondo Global Summit dell’organizzazione mondiale dell’eolico offshore, il WFO. Spiace sottolineare che per l’Italia erano registrati e accreditati solo Marzia Mangoni, Dynamic Cable Systems Product Manager di Prysmian Group, che d’altra parte è operatore mondiale della filiera delle rinnovabili, e chi vi scrive, con Via col Vento.

Gunnar Herzig

La prima giornata è stata aperta dal presidente del WFO (Richard Sandford), dal suo direttore generale (Gunnar Herzig), da Carolina de Mas, Offshore Wind Advisor della Banca Mondiale e dalla direttrice dell’Istituto catalano di energia (ICAEN), Marta Morera. Quest’ultima ha illustrato in sintesi l’obiettivo del governo della Catalogna di avere 1 GW di eolico offshore installato al 2030 e 3,5 GW al 2050, ricordando che ci sono 37 compagnie nella regione catalana, impegnate a vario titolo, affermando perciò che “la transizione non è un’opzione“, ma una necessità oltre che una realtà.

Politiche globali per l’eolico offshore

La prima sessione, moderata da Carolina de Mas, è stata sul tema delle “Politiche globali per l’eolico offshore“.

Nelle presentazioni individuali, si sono avvicendati David Linden (direttore esecutivo e capo transizione energetica di Westwood Global Energy Group), che ha parlato dello stato del mercato; Kyoshi Doi (direttore esecutivo e direttore della divisione offshore wind di ENEOS Renewable Energy), il quale ha illustrato sfide e prospettive dell’eolico offshore in Giappone e dei relativi obiettivi (10 GW al 2030 e 30-45 GW al 2040, e di come abbia un potenziale dell’offshore galleggiante di 2.000 GW. Anu Eslas (capo sviluppo internazionale di Ignitis Renewables), la quale ha illustrato le attività e le potenzialità dell’eolico offshore per i tre Paesi del Baltico, con una capacità potenziale complessiva di 17,5 GW e obiettivi di 2,8 GW al 2030, 6,8 GW al 2040 e 16,5 W al 2050; Michael Prutsch (capo sviluppo commerciale e portfolio di Skyborn Renewables) ha illustrato il caso studio dello Yunlin Offshore Wind, uno dei più grandi parchi eolici offshore di Taiwan (640 MW).

Il gruppo di discussione della prima sessione: De Mas, Sandford, Schrimpf, Lohan Stephenson, Łasiński

Il gruppo di discussione è stato alimentato da Richard Sandford (presidente WFO e capo offshore wind di bp), Christian Schrimpf (vice presidente senior e sviluppo offshore Sud Europa di RWE), Michael Lohan Stephenson (project manager e sviluppo rinnovabili di Equinor), Jaroslaw Łasiński (direttore generale di Dajin Heavy Industry Europe) e moderato da Carolina De Mas.
La discussione ha focalizzato sui fattori chiave per uno sviluppo di successo dell’eolico offshore: rompere il ciclo dell’inflazione dei costi, sottolineando la necessità di un sostegno politico e di investimenti pubblico-privati in tutto l’ecosistema – dai porti alle turbine alla rete – per sbloccare la catena di approvvigionamento. Abbassare ed eliminare il rischio dei mercati emergenti attraverso la certezza delle politiche. I mercati “emergenti” dell’eolico offshore possono ora trarre insegnamenti pratici dagli “early adopters”: obiettivi di capacità chiari, calendari d’asta prevedibili e obiettivi politici vincolanti per contribuire alla fiducia degli investitori.

Eolico offshore galleggiante

La seconda sessione, analogamente organizzata nelle due parti, sul tema dell’”Eolico offshore galleggiante“, è stata moderata da Arne Vatnøy, Communication Manager di Norwegian Offshore WindLouise Efthimiou, Floating Wind Manager del WFO.

Nelle presentazioni individuali, si sono avvicendati Mototsugu Ikari (direttore generale del dipartimento Alleanza Internazionale di FLOWRA) intervenuto su innovazione e standard che l’eolico offshore galleggiante deve affrontare; Amy Robertson (direttrice di gruppo eolico offshore NREL), sullo stato del mercato e sulle ambizioni per l’eolico offshore degli Stati Uniti (ambizione 80,5 GW al 2050). Marzia Mangoni (Dynamic Cable Systems Product Manager di Prysmian Group) sui sistemi di cavo dinamico per l’eolico offshore galleggiante, dallo sviluppo di prodotto allo sviluppo di progetto; con sintetico focus sulle attività riguardanti i progetti eolici galleggianti Kinkardine (Scozia), Provence Grand Large e Gruissan/EolMed (Francia). Zoë Barnes (partner di Everoze), intervenuta sull’eolico galleggiante, nuova generazione dell’offshore. Ha parlato delle ambizioni del Regno Unito sull’eolico offshore galleggiante (40 GW al 2050) e dei percorsi di riduzione di costo: oggi a 139 sterline/MWh, obiettivi 100 al 2030 e 70 al 2050; e delle “sostanziali opportunità” per l’economia del Regno Unito: 47 miliardi di sterline e 100mila posti di lavoro nel settore al 2050. Sergi Ametller (direttore eolico offshore di Sener) intervenuto sulle sfide tecniche dei progetti eolici offshore galleggianti, in particolare sulle strutture galleggianti per le prossime generazioni di turbine e sottostazioni. Jade Gregor (consulente operations & analytics di Peak Wind), intervenuta sulla manutenzione dell’eolico galleggiante, sostituzione data-driven dei componenti principali.

Il gruppo di discussione della seconda sessione: Efthimiou, Grjotheim, Nesse, Martin, Vassbotn

Il gruppo di discussione è stato moderato da Louise Efthimiou e alimentato da Sille Grjotheim (direttrice segmento eolico offshore galleggiante di DNV), Arvid Nesse (amministratore delegato di Norwegian Offshore Wind), Carlos Martin Rivals (amministratore delegato di BlueFloat Energy) e Knut Vassbotn (amministratore delegato di Deep Wind Offshore). La discussione si è concentrata sullo stato attuale dell’eolico galleggiante e sull’entusiasmante strada da percorrere. Alcuni punti salienti: il settore dell’eolico galleggiante è in costante progresso, con circa 2 GW di capacità che si sono assicurati accordi di offtake nel 2024, aprendo la strada a ulteriori investimenti nella catena di fornitura, nella finanza e nello sviluppo; il 2025 è destinato a portare un ulteriore impulso positivo, con le prossime gare d’appalto in Francia, Taiwan, nel Mar Celtico e in altre regioni, che faranno progredire il settore; il raggiungimento dei volumi aggiudicati e la messa in acqua dei primi gigawatt saranno fondamentali per innescare la riduzione dei costi, come già visto per altre tecnologie rinnovabili; una catena di approvvigionamento globale, che includa il contributo di mercati diversi come quello cinese, svolgerà un ruolo cruciale nella scalabilità e nella riduzione dei costi. Guardando oltre i ritardi a breve termine e concentrandoci sui fondamentali, l’eolico galleggiante sta progredendo in gran parte in linea con le aspettative iniziali.

Bruno Geschier

Un messaggio di speranza

Le osservazioni conclusive sono state affidate a Bruno Geschier, presidente del Comitato per l’eolico offshore galleggiante del WFO e che i lettori di Via col Vento conoscono bene, ospitandone i suoi interventi sull’eolico offshore.

Geschier ha voluto diffondere “un messaggio di speranza: abbiamo a disposizione tutto quello che ci serve“, ha affermato. Si è detto “fiducioso sui numeri per l’eolico offshore, per l’eolico offshore galleggiante, per la tecnologia“. Ha evidenziato che “Cina e Corea del Sud lavorano sodo per migliorare. La stessa cosa in Nord America.” Il presidente del comitato eolico galleggiante del WFO ha aggiunto che “guardando a 15 anni fa e a quanto è successo fino a oggi, ora bisogna accelerare. Bisogna investire in tecnologia e progetti. Allargare la supply chain per evitare colli di bottiglia nel segmento O&M (operazioni e manutenzioni, ndr). L’innovazione deve focalizzare su come costruire ai costi minori.“.

Norvegia, Giappone e Portogallo costituiscono un positivo slancio per tutto il settore. Poi ci sono Spagna, Italia, Malta. L’eolico offshore galleggiante è un settore fragile. Bisogna confidare nelle persone che hanno lavorato con esperienza. Il 2025 – ha concluso – lo vedo in positivo“.

(segue)

Foto gallery 1:

Foto cover e gallery: WFO; foto centrali: Via col Vento

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