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Papa Francesco e il Sole

Forse è morto il più grande paladino dell’ambiente al mondo

Nel caso in cui pensassi che non ci si potesse sentire più sconsolati in questo momento, ieri mattina è arrivata la notizia della morte di Papa Francesco. Mi ha colpito profondamente, non perché sono cattolico (sono metodista), ma perché mi ero sempre sentito sostenuto dal suo straordinario spirito. Se è riuscito a portare nuova speranza ed energia a un’istituzione così ristretta come il Vaticano, c’era motivo per tutti noi di continuare a lavorare alle nostre istituzioni ristrette – e se è riuscito a essere così solidale con i poveri e i vulnerabili del mondo, allora ha dato a tutti noi un obiettivo a cui aspirare.

L’ho pensato fin dall’inizio, quando è diventato il primo papa a scegliere il nome di Francesco – quella fiammata controculturale di possibilità in un periodo buio – e quando ha dimostrato la sua maestria nell’arte del gesto, lavando i piedi alle donne, ai prigionieri, ai rifugiati musulmani. (Solo Greta Thunberg, con il suo sciopero scolastico, ha padroneggiato così bene il potere del gesto nella politica moderna).

L’Enciclica Laudato Si’

Ma ha portato quella determinazione morale alla questione del cambiamento climatico, rendendola oggetto della sua enciclica del 2015 Laudato Si’, il documento più importante del suo papato e probabilmente il testo più importante finora scritto in questo millennio. Ho trascorso diverse settimane a convivere con quella lettera lunga quanto un libro per scriverne per la New York Review of Books e, sebbene abbia incontrato brevemente l’uomo di persona a Roma, è quell’incontro con la sua mente che mi accompagna davvero. La Laudato Si’ è un documento davvero straordinario: sì, esiste come risposta alla crisi climatica (ed è stato assolutamente cruciale nel periodo che ha preceduto i colloqui di Parigi sul clima, consolidando l’opinione pubblica a sostegno dell’idea che fosse necessario un qualche tipo di accordo). Ma usa la crisi climatica per parlare in termini ampi e incisivi della modernità.

I problemi ecologici che affrontiamo non sono, in origine, tecnologici, afferma Francesco. Piuttosto, “un certo modo di intendere la vita e l’attività umana è andato fuori strada, con grave detrimento del mondo che ci circonda“. Non è un luddista (“chi può negare la bellezza di un aereo o di un grattacielo?”), ma insiste sul fatto che siamo caduti in un “paradigma tecnocratico”, che ci porta a credere che “ogni aumento di potenza significhi ‘un aumento di ‘progresso’ stesso… come se la realtà, il bene e la verità derivassero automaticamente dal potere tecnologico ed economico in quanto tale“. Questo paradigma “esalta il concetto di un soggetto che, utilizzando procedure logiche e razionali, si avvicina progressivamente e acquisisce il controllo su un oggetto esterno”. Uomini e donne, scrive, sono fin dall’inizio

intervenuti sulla natura, ma per lungo tempo questo ha significato essere in sintonia e rispettare le possibilità offerte dalle cose stesse. Si trattava di ricevere ciò che la natura stessa concedeva, come se provenisse dalle sue mani.

Nel nostro mondo, tuttavia, “gli esseri umani e gli oggetti materiali non si tendono più una mano amichevole; il rapporto è diventato conflittuale”. Con il grande potere che la tecnologia ci ha concesso, è diventato

facile accettare l’idea di una crescita infinita o illimitata, che si rivela così attraente per economisti, finanzieri ed esperti di tecnologia. Si basa sulla menzogna che esista una fornitura infinita di beni della Terra, e questo porta a uno sfruttamento del pianeta senza limiti.

Il degrado dell’ambiente, afferma, è solo un segno di questo “riduzionismo che tocca ogni aspetto della vita umana e sociale”.

Il progetto di Francesco per la Terra

Credo che il progetto di Francesco per la terra – un recupero di fraternità, con un’attenzione particolare ai poveri – sia l’unica cosa che possa salvarci nel tempo. Ma ci vorrà tempo: ovviamente per il momento abbiamo scelto la strada opposta, come esemplificato dal fatto che J.D. Vance, flagello dei rifugiati, abbia oscurato il suo ultimo giorno sulla terra.

Nel frattempo, Francesco era un pragmatico convinto, consigliato da scienziati e ingegneri eccellenti. Di conseguenza, aveva una chiara preferenza tecnologica: la rapida diffusione dell’energia solare ovunque. La preferiva perché era pulita e perché era liberatoria: la migliore speranza a breve termine di portare l’energia a chi non ne aveva, lasciandola nelle loro mani, non in quelle di qualche oligarca da qualche parte.

Fratello Sole, Lettera Apostolica

Di conseguenza, la scorsa estate ha dato seguito alla Laudato Si’ con una lettera, Fratello Sole, che ricorda a tutti che la crisi climatica è alimentata dai combustibili fossili e che continua dicendo:

È necessario attuare una transizione verso un modello di sviluppo sostenibile che riduca le emissioni di gas serra in atmosfera, ponendosi l’obiettivo della neutralità climatica. L’umanità dispone dei mezzi tecnologici per affrontare questa trasformazione ambientale e le sue perniciose conseguenze etiche, sociali, economiche e politiche, e, tra queste, l’energia solare gioca un ruolo chiave.

Di conseguenza, ordinò al Vaticano di avviare la costruzione di un campo di pannelli solari su un terreno di sua proprietà vicino a Roma: un progetto agrivoltaico che avrebbe prodotto non solo cibo, ma anche energia solare sufficiente ad alimentare interamente la città-stato che è il Vaticano. È progettato, nelle sue parole, per fornire “il completo sostentamento energetico dello Stato della Città del Vaticano“. Vale a dire, questa sarà presto la prima nazione alimentata interamente dal sole.

Il livello di emozione – di amore – in questa decisione è notevole. Il papa ha intitolato “Laudato Si’” (“Sia lodato”) con le prime due parole del Cantico al Sole del suo omonimo, e Fratello Sole era ancora più strettamente legato: sono le parole che il primo Francesco usò per rivolgersi a Fratello Sole. Riproduco qui l’inizio del Cantico, in omaggio a entrambi gli uomini e al loro senso di umile comunione con il mondo glorioso che ci circonda.

Laudato sii, mio ​​Signore, per tutto ciò che hai creato,
e per primo mio signore, fratello Sole,
che porta il giorno; e la luce che ci dai per mezzo di lui.
Quanto è bello, quanto è radioso in tutto il suo splendore!
Di te, Altissimo, porta l’immagine.

Il mondo è un posto più povero da ieri mattina. Ma molto più ricco grazie al fatto che lui è vissuto.

di Bill McKibben

Foto: The Crucial Years – Pannelli solari sopra la sala delle udienze di Papa Francesco in Vaticano

Via col Vento

di energie rinnovabili, politiche climatiche e notizie