Italia favorevole ad abbassare la soglia riduzione a 80/85%, favorevole anche a rivedere Regolamento contro la deforestazione
Bruxelles si prepara a presentare “entro l’estate” – per i più ottimisti già nelle prossime settimane – l’attesa proposta legislativa sul target climatico intermedio al 2040, l’emendamento alla Legge Ue sul clima che dovrebbe confermare l’obiettivo di ridurre del 90% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Ma offrirà ai governi una serie di opzioni di flessibilità per renderlo meno rigido. Nel computo delle emissioni, Bruxelles fa leva sui meccanismi di compensazione internazionale del carbonio – ispirati all’articolo 6 dell’accordo di Parigi che permettono ai Paesi di collaborare volontariamente per raggiungere i propri obiettivi climatici – e sul riconoscimento delle rimozioni ‘naturali’ di CO2 ottenute grazie all’assorbimento da parte di suolo, agricoltura e foreste.
Resistenze al 90% tra Stati e dentro l’Europarlamento
Aggiustamenti che l’Esecutivo Ue ha messo a punto ‘ispirata’ all’accordo di coalizione tedesco tra Cdu/Csu e Spd, con cui cerca di superare le resistenze emerse nei mesi scorsi sia tra alcuni Stati membri sia all’interno dell’Eurocamera (in particolare nel Partito popolare europeo), preoccupati per un target considerato troppo ambizioso. Un pressing – portato avanti anche dall’Italia, favorevole ad abbassare la soglia all’80% o 85% – che ha costretto il commissario al Clima, Wopke Hoekstra, a rinviare la proposta legislativa – inizialmente prevista per il primo trimestre dell’anno – e ad avviare un concitato ciclo di consultazioni prima di avanzare la proposta, che dovrà incassare il sì di Eurocamera e Stati membri.
Già oggetto di critiche per gli innumerevoli passi indietro sul Green Deal, per l’esecutivo von der Leyen bis “è politicamente importante” mantenere la cifra tonda del 90%, fanno notare a Bruxelles. Ma lo è altrettanto offrire alle capitali la sicurezza di un approccio meno rigido sul target. Nella sostanza la proposta sarà un emendamento alla legge sul clima che dal 2021 già vincola giuridicamente i Paesi Ue a ridurre del 55% delle emissioni entro il 2030 e l’azzeramento netto entro il 2050. Per l’Ue è giunto il momento di definire anche la tappa intermedia, decisiva per indirizzare le decisioni di investimento delle imprese nel prossimo decennio.
Al vaglio, ancora, in che termini l’agricoltura potrà contribuire al target 2040, pur tenendo conto delle specificità del settore, sotto forte pressione a causa di tensioni geopolitiche e incertezze sul prossimo bilancio dell’Ue. Contro l’ipotesi di accorpare i sussidi agricoli della Pac nel prossimo bilancio Ue a lungo termine, il ministro Francesco Lollobrigida ha raccolto in un documento congiunto trasmesso a Bruxelles l’adesione di 15 capitali unite dalla richiesta di mantenere una linea di bilancio dedicata alla Pac nel prossimo budget Ue 2028-2034 (nonché preoccupate che si arrivi a una frammentazione delle politiche comunitarie). L’occasione per porre la questione è il Consiglio Agrifish che ha visto il governo di Roma far fronte comune con altri dieci Paesi Ue anche sulla richiesta di modifica del regolamento contro la deforestazione, la cui entrata in vigore è già stata posticipata alla fine del 2025.
(Ansa)






Lascia un commento