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Bilancio UE 28-34, CAN Europe: nella proposta della Commissione lacune su clima e natura

La Commissione europea ha presentato la sua proposta per il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (MFF, Multiyear Financial Framework), definendo una bozza delle priorità di spesa per il ciclo di bilancio dell’UE 2028-2034. Questa proposta segna l’inizio di un lungo processo e Climate Action Network (CAN) Europe – si legge in una nota della rete europea per l’azione climatica – seguirà ogni fase, sostenendo un pacchetto che metta al primo posto le persone e il pianeta.

Per Chiara Martinelli, Direttrice di CAN Europe, “Ogni singola decisione di bilancio da qui al 2040 è vitale per il nostro pianeta. Nonostante alcuni elementi positivi, la proposta della Commissione non riesce a garantire che il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE contribuisca in modo sufficiente a coprire gli investimenti aggiuntivi necessari per raggiungere ambiziosi obiettivi climatici, nonché a colmare il divario di spesa per la biodiversità. Questo è solo l’inizio dei negoziati, il che significa che c’è molto lavoro da fare per costruire il sostegno necessario ai cambiamenti sostanziali necessari prima del 2028.

Inflazione e dati reali

Martinelli ritiene “indubbiamente positivo” che la Commissione proponga un bilancio UE di 2.000 miliardi di euro a prezzi correnti, di cui 700 miliardi di euro destinati a investimenti verdi, ma chiarisce che “al netto dell’inflazione, ciò rappresenta una riduzione rispetto all’attuale periodo di bilancio dell’UE. A prezzi del 2018, il bilancio 2021-2027, con il fondo per la ripresa post-COVID-19 Next Generation EU, ha stanziato un totale di 577,5 miliardi di euro per obiettivi verdi, che a prezzi del 2025 si traducono in 750,2 miliardi di euro. In breve, nonostante le cifre principali, l’attuale proposta non aumenta i finanziamenti disponibili per il clima e altri obiettivi ambientali.”

CAN Europe chiede da oltre un anno, ricorda la direttrice della Rete, un bilancio UE da 2.000 miliardi di euro che destini 1.000 miliardi di euro (50%) a prezzi costanti per colmare i divari di investimento in clima e biodiversità, decarbonizzare le industrie europee e garantire una spesa sufficiente per una transizione socialmente giusta. 

Tre principi qualitativi fondamentali

Oltre alle cifre principali, sottolinea ancora Martinelli, per garantire che il prossimo QFP contribuisca realmente al raggiungimento degli obiettivi dell’UE in materia di clima e natura per il 2040, “è essenziale basarsi sui tre principi qualitativi fondamentali stabiliti nell’attuale bilancio a lungo termine. In primo luogo, i fondi UE dovrebbero prevedere precisi obiettivi di integrazione orizzontale e una destinazione specifica per il clima e la natura; in secondo luogo, gli investimenti finanziati tramite fondi UE dovrebbero, come minimo, evitare di compromettere gli obiettivi in materia di clima e natura attraverso una più rigorosa attuazione del principio “Non arrecare danno significativo” (DNSH), inclusa l’esclusione permanente dei finanziamenti ai combustibili fossili dal bilancio UE; e in terzo luogo, i finanziamenti dedicati a una transizione socialmente equa dovrebbero essere protetti e ampliati.

Olivier Vardakoulias, coordinatore senior CAN Europe per le politiche finanziarie e dei sussidi, ha aggiunto che  i tre principi fondamentali non sono pienamente rispettati in questa proposta. “Pur accogliendo con favore un obiettivo di integrazione climatica del 35%, non sembra esserci una chiara destinazione vincolante per la biodiversità e altri obiettivi ambientali. In totale, un obiettivo di integrazione verde del 50% sarebbe necessario per raggiungere tutti gli obiettivi ambientali. Le garanzie, come il principio di “non arrecare danno significativo”, sono piene di eccezioni. La metodologia proposta per etichettare gli “investimenti verdi” comporta rischi significativi di greenwashing e le “esenzioni” aprono la porta ai sussidi ai combustibili fossili attraverso scappatoie. Oltre a ciò, il Fondo per una transizione giusta viene smantellato e accorpato a “Piani di partenariato nazionali e regionali” molto più ampi, senza una chiara destinazione dei fondi alle regioni in transizione. Il prossimo bilancio dell’UE deve chiudere la porta agli investimenti sporchi, erogare finanziamenti verdi reali e sostenere una transizione giusta per tutti.

Ulteriori aspetti

Fondo per la Competitività

In merito al Fondo per la Competitività, secondo Greg van Elsen, coordinatore Senior per le Politiche Industriali di CAN Europe, definire il Fondo per la Competitività proposto un “Fondo Draghi” “ne travisa il contenuto e l’ambizione, poiché è ben lungi dal realizzare la trasformazione industriale di cui l’Europa ha urgente bisogno con investimenti mirati. Nemmeno un quinto delle sue risorse è dedicato a questo cambiamento cruciale. Inoltre, l’attuale proposta manca di un approccio strategico e di garanzie sufficienti. Per garantire che il Fondo sostenga realmente una transizione verde e giusta, sono essenziali condizionalità più forti e una governance più inclusiva. Ciò significa escludere completamente le industrie dei combustibili fossili dal Fondo per la Competitività e dare priorità agli investimenti nelle reti elettriche, nell’elettrificazione basata sulle energie rinnovabili e nell’efficienza delle risorse. Sebbene vengano menzionate le competenze e il sostegno alle PMI, la proposta manca di requisiti sociali vincolanti, tra cui i diritti dei lavoratori, le misure per una transizione giusta e i meccanismi di partecipazione agli utili. La società civile e il mondo accademico devono avere un ruolo formale nel processo decisionale, con iniziative volte a creare un’autorità indipendente che orienti e monitori il sostegno industriale dell’UE.

Proposte di regolamentazione e disposizioni orizzontali per l’Europa globale

Sulle proposte di regolamentazione e disposizioni orizzontali per l’Europa globale, Rachel Simon, coordinatrice senior delle politiche per la finanza e lo sviluppo internazionale presso CAN Europe, ha affermato che “200 miliardi di euro per l’Europa globale sono estremamente importanti per il ruolo dell’UE nel mondo. Ma senza principi e obiettivi migliori, la Commissione rischia di destinare fondi globali vitali a interessi a breve termine, anziché a reali partenariati con i paesi in via di sviluppo per sostenerli nella costruzione di economie resilienti al clima e adatte al futuro. Un obiettivo vincolante del 50% per il clima e l’ambiente dovrebbe guidare l’Europa globale per affrontare gli impatti destabilizzanti degli eventi meteorologici estremi, ampliare l’accesso alle energie rinnovabili e sostenere una transizione giusta nel Sud del mondo. Le scappatoie nei principi orizzontali che regolano il regolamento potrebbero consentire ai fondi dell’UE di confluire in progetti all’estero che utilizzano combustibili fossili: questo rappresenterebbe un pericoloso passo indietro per gli impegni climatici dell’UE.”

Proposte per le nuove risorse proprie

Quanto alle proposte per le nuove risorse proprie, secondo Isabelle Brachet, coordinatrice senior per la transizione giusta e le politiche fiscali presso CAN Europe, le proposte della Commissione per nuove risorse proprie “sono essenziali per evitare un pericoloso baratro di finanziamenti dopo il 2027. Ad esempio, le tasse sui rifiuti elettronici e sul fatturato delle grandi imprese sono passi nella giusta direzione, ma non saranno sufficienti a colmare il divario di investimenti per il clima e la natura. Siamo delusi dal fatto che dall’elenco manchino proposte più audaci: l’imposta sui profitti dei combustibili fossili, l’imposta sui patrimoni estremi, la tassa per i frequent flyer o l’imposta sulle transazioni finanziarie. Queste potrebbero generare ingenti entrate, costringendo al contempo gli inquinatori e gli ultra-ricchi a pagare la loro giusta quota. Se la Commissione non assumerà l’iniziativa, gli Stati membri dovranno farsi avanti e sottoporre queste opzioni al tavolo del Consiglio.”

Via col Vento

di energie rinnovabili, politiche climatiche e notizie