I cittadini e le imprese europee desiderano un’energia accessibile, sicura e pulita. L’energia eolica prodotta localmente contribuisce a rafforzare la competitività, la sicurezza e la prosperità dell’Europa, favorendo al contempo la decarbonizzazione. Tuttavia, l’insufficiente sviluppo della rete elettrica ostacola la diffusione dell’energia eolica, con conseguenti restrizioni all’accesso alla rete, congestione e riduzione delle risorse. Si prevede che la domanda di elettricità in Europa aumenterà del 60% entro il 2030. L’UE deve adottare misure decisive sulle reti elettriche per tenere il passo. Lo afferma in una nota WindEurope, l’associazione europea della filiera eolica.
Espansione e ottimizzazione infrastrutture elettriche europee
La Commissione europea ha ora presentato la sua proposta per il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), il bilancio dell’UE per il periodo 2028-2034. Attribuisce grande importanza all’espansione e all’ottimizzazione delle infrastrutture elettriche europee. Stanzia 67 miliardi di euro del nuovo Fondo europeo per la competitività per sostenere le infrastrutture di elettrificazione e aumenta il Meccanismo per collegare l’Europa a circa 30 miliardi di euro.
Più avanti quest’anno, in concomitanza con i negoziati per il QFP, la Commissione presenterà il Pacchetto Reti Europee. Si prevede, si legge nella nota dell’Associazione, che conterrà misure volte a modernizzare ed espandere l’infrastruttura di rete attraverso una migliore pianificazione, una più rapida autorizzazione e una maggiore integrazione intersettoriale. Si tratta dell’occasione perfetta per allineare le proposte legislative volte a rafforzare urgentemente le reti elettriche con gli obiettivi di investimento del QFP.
Pacchetto reti europee: cosa deve succedere?
Mentre la Commissione europea chiude la consultazione pubblica sul pacchetto reti europee, ecco le raccomandazioni dell’industria eolica europea su cosa deve contenere.
Pianificazione della rete
Le reti rappresentano una priorità assoluta per le infrastrutture europee. Dovrebbero essere pianificate con un approccio top-down a livello UE o regionale, anziché con l’approccio bottom-up attualmente utilizzato nel Piano Decennale di Sviluppo della Rete (TYNDP), il principale strumento di pianificazione della rete europea. Tale pianificazione dovrebbe garantire il raggiungimento degli obiettivi europei e nazionali e l’efficace coinvolgimento degli stakeholder nazionali pertinenti. Dovrebbe inoltre tenere conto delle esigenze di resilienza e stabilità della rete oltre il livello nazionale.
Autorizzazioni
L’approvazione di nuove linee di trasmissione può richiedere fino a un decennio. L’autorizzazione è rallentata da procedure complesse e incoerenti. I progetti di ripotenziamento e di stoccaggio di energia elettrica si trovano ad affrontare norme altrettanto obsolete. L’Europa necessita di un’attuazione rapida e uniforme delle sue norme in materia di autorizzazioni, inclusi sportelli unici, processi digitalizzati e norme ambientali armonizzate. L’infrastruttura di rete dovrebbe essere una questione di interesse pubblico primario, con procedure accelerate per gli asset nuovi e potenziati.
Accesso alla rete
L’accesso alla rete è l’ostacolo più diffuso alla diffusione delle energie rinnovabili. Il modello “primo arrivato, primo servito” consente ai progetti speculativi di bloccare la capacità della rete, escludendo i progetti maturi. Ciò porta alla saturazione della rete e a un mix energetico sbilanciato che compromette il business case della generazione rinnovabile esistente e di nuova generazione. È necessario un sistema più intelligente per dare priorità ai progetti che massimizzano l’utilizzo della connessione alla rete o che contribuiscono ad accelerare l’integrazione del sistema.
Finanziamento della rete
La Commissione Europea stima che entro il 2030 dovranno essere mobilitati 584 miliardi di euro per gli investimenti nella rete. Si tratta di una sfida, soprattutto perché la quota maggiore sarà destinata alle reti nazionali, finanziate tramite le tariffe di rete per gli utenti finali. Gli operatori di rete avranno bisogno di un impegno politico per l’elettrificazione e di strumenti di mitigazione del rischio adeguati per realizzare investimenti così ingenti con benefici a lungo termine per la società. Gli attuali strumenti di finanziamento della rete sono spesso insufficienti, soprattutto per le reti di distribuzione. I governi nazionali dovrebbero prendere in considerazione strumenti come obbligazioni verdi, garanzie statali o un sostegno mirato agli operatori dei sistemi di distribuzione per garantire l’accessibilità economica per gli utenti finali.
Sbloccare la flessibilità
La riduzione dell’energia eolica è in aumento a causa della limitata capacità e flessibilità della rete. Tuttavia, la trasparenza sui volumi e sui costi della riduzione rimane scarsa e la compensazione non è uniforme tra gli Stati membri, anche quando la normativa UE la impone. Ciò mina la fiducia degli investitori e rallenta ulteriormente la diffusione. La risposta alla domanda, l’accumulo di batterie e gli impianti ibridi co-localizzati devono diventare una parte fondamentale della pianificazione della rete e non rimanere un optional, conclude la nota di WindEurope.






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