Written by

×

Legge clima UE, accordo last minute a maggioranza: calo emissioni 90% al 2040, ma con flessibilità e clausola di revisione rinforzata

CAN Europe: un accordo, ma non una svolta

Dopo una riunione fiume di quasi 24 ore, ieri i ministri europei dell’ambiente hanno finalizzato la tanto attesa decisione sull’obiettivo di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2040 e sul piano climatico per il 2035 nell’ambito dell’accordo di Parigi, pochi giorni prima della COP30 di Belém.

L’accordo conclude oltre 20 mesi di dibattito da quando la Commissione europea ha proposto per la prima volta un obiettivo di riduzione netta interna del 90% nel febbraio 2024. Climate Action Network (CAN) Europe si aspetta che l’UE presenti rapidamente il suo nuovo contributo determinato a livello nazionale (NDC) al Segretariato dell’UNFCCC.

Sebbene raggiungere un accordo prima della COP30 sia stato fondamentale, la decisione del 5 novembre è certamente un risultato deludente. Dopo quasi due anni di negoziati – si legge in una nota del network europeo – i ministri hanno concordato un accordo che indebolisce il cuore dell’ambizione climatica dell’Europa. Sebbene la quota principale del 90% rimanga invariata, solo l’85% sarà nazionale, con riduzioni fino al 5% derivanti dall’estero attraverso crediti discutibili. Ciò distoglierebbe risorse dalla decarbonizzazione nazionale e comprometterebbe l’integrità della transizione dell’UE. L’accordo indica anche un ulteriore indebolimento della legislazione climatica vigente.

Per Sven Harmeling, Responsabile Clima di CAN Europe,questo accordo tanto atteso è molto più debole di quanto suggerisca il titolo del 90%. Cedendo alle pressioni degli Stati membri ostruzionisti, i ministri hanno pericolosamente aperto la porta a crediti di carbonio esteri fino al 5%. Questo livello di ambizione non è all’altezza della responsabilità e della capacità dell’UE di affrontare seriamente la crisi climatica”.

Consiglio Ambiente fiume per legge clima e piano climatico 2035

Dopo una maratona di negoziati durata tutto il giorno di martedì e fino a mercoledì mattina, i ministri hanno approvato all’unanimità il piano climatico atteso da tempo dall’Unione, salvando l’UE -commenta Politico EU – dall’imbarazzo internazionale di presentarsi a mani vuote al vertice COP30 di questo mese. Il piano, che è un requisito previsto dall’accordo di Parigi, stabilirebbe un nuovo obiettivo: ridurre le emissioni dell’UE tra il 66,25% e il 72,5% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2035.

Tale piano non è giuridicamente vincolante, ma definisce l’orientamento della politica climatica dell’UE per i prossimi cinque anni. L’intervallo è simile a una dichiarazione informale presentata dall’UE in occasione del vertice sul clima tenutosi a New York a settembre.

I ministri hanno inoltre adottato un obiettivo giuridicamente vincolante per ridurre le emissioni nell’UE dell’85% entro il 2040. L’accordo prevede che un’ulteriore riduzione del 5% venga conseguita esternalizzando all’estero la riduzione dell’inquinamento attraverso l’acquisto di crediti di carbonio internazionali. Oltre a ciò, ai governi sarebbe consentito utilizzare i crediti per esternalizzare altri 5 punti percentuali dei loro obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni.

Clausola di revisione rinforzata

I ministri avrebbero inoltre sostenuto una clausola di revisione di ampia portata che consente all’UE di adeguare in futuro il proprio obiettivo per il 2040 qualora la politica climatica dovesse rivelarsi avere un impatto negativo sull’economia dell’UE. Il testo emendato dopo la notte, infatti, prevederebbe che “la relazione della Commissione è accompagnata, se del caso, da proposte legislative volte a rivedere il presente Regolamento, compreso l’obiettivo intermedio per il 2040, e da misure aggiuntive volte a rafforzare il quadro normativo a sostegno dell’efficace attuazione del presente Regolamento (…) e a garantire la competitività, la prosperità e la coesione sociale dell’UE.”

L’accordo prevede inoltre un rinvio di un anno per l’attuazione del nuovo mercato del carbonio dell’UE per il riscaldamento e le emissioni delle auto, il cui avvio è previsto per il 2027.

Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia non hanno sostenuto l’accordo del 2040, mentre Bulgaria e Belgio si sono astenuti. Il resto dei 27 paesi dell’UE lo ha sostenuto.

Ecco il testo Il testo del documento, nel testo ufficiale.

Ora i legislatori del Parlamento europeo devono concordare la propria posizione sull’obiettivo climatico del 2040 e negoziare con il Consiglio dell’UE prima che l’obiettivo diventi legge. 

Il contesto più generale, relativo alle emissioni planetarie e alle relative conseguenze su riscaldamento globale e cambiamenti climatici, è quello che il Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) ha definito solo due giorni fa una strada verso “una grave escalation dei rischi e dei danni climatici”, pubblicando il suo Emissions Gap Report 2025: Off Target. Il rapporto rileva che le proiezioni sul riscaldamento globale per questo secolo, basate sulla piena attuazione dei Contributi Determinati a Livello Nazionale (NDC), sono ora di 2,3-2,5°C, mentre quelle basate sulle politiche attuali sono di 2,8°C.

Via col Vento

di energie rinnovabili, politiche climatiche e notizie