Bilancio consuntivo 2024: neanche 4% dei ricavi da rinnovabili, fermi a poco oltre lo 0% quelli da mobilità elettrica e soli 4 GW di capacità rinnovabile installata con produzione per oltre il 69% all’estero e meno del 31% in Italia. Ricavi da gas in crescita al 48%
Le rinnovabili e la transizione per Eni, per un altro anno ancora, continuano a essere solo poco più di un lontano obiettivo.
Il terzo bilancio (2024) di Eni Plenitude, la controllata che ha assorbito le attività gas e luce del gruppo e che si occupa anche di rinnovabili, è stato approvato con ricavi per 10,18 miliardi di euro (erano 10,98 nel 2023) e un utile netto di 315 milioni (erano 219 l’anno precedente). Dallo stesso bilancio si evince che l’attività rinnovabile della società Eni continua a essere meno che residuale, al momento: 389 milioni di euro (+17 sul 2023), il 3,82% dei ricavi complessivi (10.178), in minima crescita (+0,43%) dal 2023, ma perché sono diminuiti i ricavi totali (-801 milioni).
I ricavi da mobilità elettrica sono aumentati del 30% passando da 30 milioni a 39 (lo 0,38% dei ricavi, era lo 0,27%).
Poca cosa, pochissima, rispetto a quanto dovrebbe invece accadere nel mercato energetico e nel relativo mix, in vista della decarbonizzazione. E in vista di come si sta muovendo l’economia di tutto il mondo, di come dovrebbe muoversi la società tutta. Oltre che a tutte le attività di marketing, relazioni pubbliche e sponsorizzazioni varie.
E infatti circa il 96% (9,75 miliardi circa) degli altri ricavi sono rivenienti da vendita di gas naturale (circa 4,9 miliardi e il 49%) e di energia da fonti non rinnovabili e in minor misura servizi (complessivamente circa 5 miliardi, 51%).
Pochi passi avanti anche nel 2024
Se si esaminano i dati sulla capacità rinnovabile da eolico e solare fotovoltaico, dichiarati dalla stessa società nel suo bilancio, si evince come Eni Plenitude abbia aumentato la propria capacità, comprensiva dello stoccaggio (storage) a 4,09 GW (da 2,99 del 2023). Ma anziché spingere sull’acceleratore (e invece ha spinto ancora sul gas, letteralmente), l’aumento è stato in linea con lo scorso anno (+36,65% contro +36,15%), aumentando di poco oltre 1 GW a fronte di 0,8 GW del 2023 e di 1 GW del 2022. Peraltro è la stessa società che chiarisce che “la capacità totale 2024 è comprensiva di 199 MW di “la capacità installata di fine 2024 include la quota relativa all’acquisizione di due impianti fotovoltaici negli Stati Uniti (199 MW), il cui signing (la firma, ndr) è avvenuto a fine 2024″.
Quindi la capacità reale riferita a tutto l’anno sarebbe di 3.891 MW e non 4.090, ma siamo ormai abituati alle cifre opinabili dei bilanci Plenitude come già i due precedenti 2022 e 2023.

Si conferma e si rafforza la linea di investimento focalizzata sull’estero. L’aumento di nuova capacità, infatti, riviene dall’estero per il 92% (1.008 MW su 1097) aumentando persino rispetto all’86% del 2023; in Italia soli 89 MW aggiuntivi, pari all’8%, contro il 14% dell’anno precedente.
Quanto alle due tipologie di rinnovabili nei propri assets, al 2024 Eni Plenitude disponeva di complessivi 2,903 GW da fotovoltaico (+990 MW sul 2023) e di complessivi 1,187 GW da eolico (+107 MW).
Questione aperta: quale transizione per Eni?
Nel comunicato di presentazione del bilancio consuntivo si legge del “percorso di trasformazione intrapreso da Plenitude per diventare sempre più un abilitatore della transizione energetica.” Sottolineo, sempre più un abilitatore della transizione energetica.
Ma le parole sono importanti e, se lo sono, un’affermazione quanto meno azzardata, per non dire solo immaginaria.
Con il 3,82% dei ricavi 2024 legati alle attività rinnovabili (in crescita di neanche mezzo punto percentuale anno su anno), lo 0,38% dei ricavi da mobilità e il 95,79 dei ricavi rivenienti da gas (49%) e vendita di elettricità non rinnovabile (51)%. E con l’aumento di capacità rinnovabile legata per tre quarti all’attività sull’estero.
Mi è stato eccepito che in Italia non si fanno le gare FER (per realizzare impianti rinnovabili). Ma, al di là del fatto che ci sono molti operatori ormai, italiani e internazionali, con progetti in fase avanzata di autorizzazione, resta una considerazione banale: Eni, continua di fatto a dettare la politica energetica del Paese. Spingendo, appunto, anche in questi anni sul gas. E se ce ne fosse stato bisogno, questo terzo bilancio consuntivo ne è la prova lampante. Numeri alla mano, nero su bianco e con una tendenza inequivocabile e non opinabile.
Restano le considerazioni sulla politica di sviluppo di Eni e il relativo peso e influenza sulla strategia energetica italiana (non ultima l‘operazione sottoscritta dall’Italia con Emirati Arabi e Albania). E i ritardi che stiamo tuttora scontando e chissà ancora per quanto ancora, in termini di investimenti sulle energie rinnovabili in Italia e in generale sulla transizione energetica, con gli obiettivi della inconfutabile accelerazione dei cambiamenti climatici. Rispetto al resto d’Europa.
Le gare in Italia? Certamente. Ma le gare le decidono i governi, e i governi sono decisi dalla politica. Comprese le influenze, dirette o meno, sulla politica. E la politica italiana continua a muoversi, al di là di annunci vaghi e per la verità sempre meno sulla materia rinnovabile, con strategie di investimento fossile, sul gas in particolare.
Non lo dico io, lo dicono i fatti, anche gestionali certificati nei bilanci. E mai pubblicità, forse, è stata più adatta e sintetica di quella andata in onda per il festival di Sanremo: “una storia che continua”. A tutto gas.
Tabella: Eni Plenitude, Bilancio 2024
Immagine: dalla campagna Enilive e Plenitude per il Festival di Sanremo






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